MATRIOSKla

MATRIOSKla

lunedì 11 febbraio 2013

Trans Europa Express

Ho ricevuto in dono questo prezioso libro uscito nel 2012. 230 pagine scritte in modo sublime, che parlano di est. Ma che soprattutto raccontano storie di vita, di uomini e donne, che vivono oltre il confine politico e geografico di un est europeo ancora sepolto dall'oblio, dove la Guerra Fredda sembra non essere mai finita. Paolo Rumiz, autore triestino de La Repubblica, racconta il suo 'viaggio verticale'. Dal Circolo Polare Artico,  partendo da Murmansk, attraverso i Paesi Baltici, la Bielorussia, la Polonia, l'Ucraina e infiniti e sconosciuti avamposti  slavi, fino ad arrivare al Mar Nero. Ultima meta la Turchia. Nonostante, gran parte delle informazioni sullo stile di vita post-sovietico mi fosse già piuttosto noto, leggere le impressioni, le avventure di questo grande scrittore, con la S maiuscola, mi è servito per tentare di decifrare quella indescrivibile poesia che dentro di me è tutto l'est. Un est per cui mi sembra di non trovare mai le parole adeguate.
 Rumiz da prova di una grande padronanza delle sue emozioni, usando un registro linguistico magnifico ed evocativo, ma anche familiare e divertente. Non posso non citare la parola 'acchiappacitrulli', usata dall'autore, della quale ho riso una giornata intera. Due, soltanto, me ne sono servite per divorare questo breve e intenso romanzo di viaggio. 

venerdì 8 febbraio 2013

La malinconia di Haruhi Suzumiya

Di tutti gli anime che ho visto finora, di certo, 'La malinconia di Haruhi Suzumiya', è quello che proprio non ho capito e nemmeno apprezzato. L'ho visto tutto fino in fondo solo per completezza e perchè non mi piace lasciare le storie a metà. Sinceramente, a volte, non meritava nemmeno l'attenzione di uno sguardo distratto e di fatto ne ho aspettato la fine, senza riuscire mai a trovare un nesso logico o un filo conduttore. Ci sono grandi premesse all'inizio...una ragazza afflitta da 'malinconia' esistenziale, che cerca di ravvivare la sua vita cercando personaggi misteriosi, con poteri soprannaturali, alieni o viaggiatori del tempo. Haruhi, in realtà, mi sembra solo una sciocca, inutile, irritante, viziata studentella che viene dipinta addirittura come una sorta di divinità, la cui natura però non viene mai del tutto spiegata. Il protagonista maschile Kyon, succube della ragazza mi sembra messo lì per caso. L'unico momento interessante, quello in cui l'esper spiega il principio entropico e il fenomeno degli spazi chiusi generati dalla mente di Suzumiya, viene liquidato in pochi minuti e mai più riaffrontato. Insomma, questa storia non decolla e non atterra mai da nessuna parte. 14 episodi pressochè assurdi, la cui grafica e la cui ambientazione non sono nemmeno ben creati. Inconcludente e stupido. Non capisco perchè abbia avuto così tanto successo di pubblico dalla realizzazione della Light Novel del 2003. Forse piace solo e proprio perchè davvero strampalato.

La banda dei brocchi - Jonathan Coe

Jonathan Coe non mi convince mai al 200%, però mi intrattiene almeno fino al 150%. Nel senso che le sue storie hanno il difetto di non raccontare vicende straordinarie, ma comunque di essere raccontate in modo straordinario. Questo fa di lui un ottimo scrittore. L'intreccio e il senso narrativo, così come la proprietà di linguaggio sono davvero eccellenti, ma il contenuto non regala mai stupefacenti rivelazioni. D'altronde, forse questo è solo una mia esigenza. 'La banda dei brocchi' è un bel libro del 2001, folto di personaggi tra quali si potrebbe rischiare di perdersi, ma dal quale emerge la figura di Benjamin; vero protagonista che racconta la sua giovinezza nella Birmingham degli anni 70. Inutile dire che ho apprezzato moltissimo la presenza di citazioni e riferimenti musicali, tra i quali, le più frequenti riguardavano nientemeno che un certo Eric Clapton. Ancor meno inutile dire che Benjamin è il classico personaggio in cui ci si può immedesimare: inclinazione alla lettura, alla scrittura e alla composizione musicale e una predisposizione alla pena d'amore, che guida  e pervade tutto il romanzo. Forse un po' troppo prolisso negli inframezzi di spezzoni di altre storie, recensioni, estratti di altre pubblicazioni e a tratti un po' superficiale nel raccontare alcune storie altrettanto interessanti di personaggi secondari. Ma nel complesso è una lettura davvero piacevole e appassionante oltre ad essere evocativa del ricordo dei mitici anni 70. 

mercoledì 6 febbraio 2013

In astinenza da ramen

Avendo finito tutte le scorte e in mancanza del prodotto originale, che di solito ricevevo direttamente dalle mai del mio amico giapponese Taichiro, ho acquistato noodles istantanei al supermercato. 'Express Noodles' è l'unico prodotto a disposizione nella grande distribuzione, che sono riuscita a trovare. Precisamente si chiamano 'Vegetarian Noodles' della marca Save. Io ho scelto il gusto vegetariano, ma si trovano anche gusto 'Seafood' e 'Singapore chicken'. Si tratta di un prodotto che arriva dalla Russia. Quando ho letto la provenienza mi sono sorpresa. Credo di non aver mai acquistato niente di prodotto in Russia, se non veri e propri alimenti della cucina russa. Ma comunque di russo non hanno nulla. Semmai ricordano nel formato - cioè la classica coppetta di polistirolo 'autoriscaldante' -, e nel sapore i miei amati ramen giapponesi. Li ricordano alla lontana, ma almeno il gusto di mettere acqua bollente in un bicchiere di carta e di aspettare solo cinque minuti per avere pronta una scodellina di spaghetti fumanti, da gustare di sera davanti a un anime, me lo regalano senza troppo sforzo. Dal punto di vista dietetico e nutrizionista non sono il massimo, ma come sempre basta non esagerare. Mi auguro solo che prima o poi i grandi supermercati si lancino in acquisti di prodotti simili, anche con altri formati e gusti. Ah...ovviamente vanno assaporati direttamente con le bacchette, nonostante gli schizzi incandescenti che ne fuoriescono mentre si tenta di acchiappare gli spaghetti-vermicelli. Provate.

martedì 5 febbraio 2013

Una coppia perfetta


Di solito non dedico post alle solite fotografie che circolano in rete, in particolar modo sui social network. Ma questa foto, trovata per caso non mi ricordo dove, mi ha davvero fatto ridere e tenerezza allo stesso tempo. Ormai è nota la mia passione per i gatti. Come si può non provare compassione nel vedere quelle piccole-giganti orecchie dei cuccioli di gatto e non ridere sotto ai baffi (non del gatto) per quei fiancotti ciccioni che certi gatti di casa sviluppano? Poi, mi sono messa lì a pensare...ma esisteranno gatti segretamente sposati? Esiteranno le coppie di gatto? Saranno fedeli i gatti? Probabilmente, quelli di buon carattere rimangono insieme a fissare fuori dalla finestra finchè ciccia non li separi!

La ragazza che saltava nel tempo

Bello questo film d'animazione giapponese. Mi ha lasciato addosso un po' di malinconia, mi ha tenuto incollata e mi ha commosso e non ultima cosa è stupendamente realizzato. Il tempo è sempre un argomento complicato da affrontare e gestire, e quest'anime ne tratta con particolare originalità e delicatezza.  Makoto, la protagonista, si ritrova con una sorta di 'telecomando' del tempo, che le permette di manipolarlo, averne il controllo e decidere che cosa far succedere e quando. Finchè lei stessa perde l'orientamento e comincia a confondersi. Seguire la trama non è particolarmente complicato, però richiede un minimo di attenzione, per nulla difficile da raccogliere davanti ad una storia così ben orchestrata. Il finale è davvero strappalacrime e lascia in sospeso. Può piacere o meno. Io vi ho trovato una certa ragion d'essere. Nonostante sia un film classificato come 'fantascienza', non lo è affatto, ma di certo non ci si può non aspettare che un'anime non abbia una componente fantastica o surreale. 
Il film è del 2006 e in Italia lo hanno trasmesso nel 2009. Ha ricevuto sei premi al Tokyo International Anime Fair nel 2007. Direi tutti meritati. I personaggi sono tutti piacevoli e ovviamente ho un debole per Chiaki.

lunedì 4 febbraio 2013

Vero come la finzione

Più che vero, direi strano. Ancora una volta il titolo originale di un film ha più senso che la sua traduzione in altra lingua. Infatti in inglese sarebbe 'Stranger than fiction', film del 2006, ambientato a Chicago.
Se un giorno, lavandosi i denti, qualcuno scoprisse che nella sua testa ci fosse una voce, penserebbe subito di essere pazzo o schizofrenico. Invece Harold Crick (Will Ferreli), dopo aver consultato un esperto di letteratura, - che nella fattispecie è un bizzarro ed eccentrico Dustin Hoffman - scopre di essere il personaggio di un romanzo non ancora concluso. A questo punto, voi cosa fareste se, per di più scopriste che quella voce narrante non è d'altri che dell'autrice del libro di cui siete protagonisti e che da lei avete sentito che la vostra fine è vicina? Probabilmente, cerchereste disperatamente la persona che si nasconde dietro quella voce  (Emma Thompson) per dissuaderla dall'ammazzarvi. E questo è proprio quello che Harold tenterà di fare per salvare la sua vita. 
All'inizio stramba e bizzarra, verso la fine la storia mi ha davvero convinto. Soprattutto se dietro questa surreale storia si nascondesse un'altra delle tante metafore della vita stessa, che a me è parso di vedere. 
Un piccolo cammeo che ho apprezzato, in quanto amante dell'articolo, è la scena in cui Harold si trova in un negozio di chitarre, intenzionato a comprarne una e la voce si profonde in romanzate descrizioni dei generi di chitarra più famosi.